NUTRIRE
NOURISH

Filosofia

La mia ricerca, oggi, indaga la resilienza dei materiali, come le carte e tessuti, attraverso il gesto artistico che piega la materia, verificandone tenuta e risposta, anche con interventi aggressivi quali la bruciatura; il risultato sono opere che tengono le tracce del tempo in modo lirico e drammatico, invitando il pubblico a una riflessione sullo scorrere della vita e sulle conseguenze delle azioni.

Il ciclo delle opere Nutrire/Nourish( (2019-2021) in cui “..quello che resta della cottura del pane” genera luoghi immagini e diventa anche azione condivisa ed interpretata attraverso i linguaggi del corpo e narrazioni popolari.

Tempo – Condivisione

Al centro l’anima e la materia

IL PANE mi ha nutrito, permettendomi di stare in contatto con la mia anima, attraverso il toccare il sentire, nel fare arcaico in cui gli elementi acqua materia si fondono in un tutt’uno, restituendomi armonia ed equilibrio, con il gusto ha nutrito il corpo e ora attraverso gli occhi continua a nutrire l’anima con quello che resta del PANE, la sua impronta tangibile, ha generato nuovi mondi e luoghi.

Resta come un sudario, a conferma del corpo che continua a vivere, giorno dopo giorno, nel tempo in ciclo continuo

– gesto – costruzione – distruzione – trasformazione – vita -corpo –

Lievito Madre

A cura di Ilaria Bignotti e Mimmo Cortese

Bunkervik, Brescia

Concept
Bunkervik accoglie un progetto espositivo site-specific di Annamaria Gallo (Brescia, 1974) che coinvolge il visitatore in un percorso sensoriale dove il pane è il fulcro tematico, narrativo, processuale dell’intera installazione. Nei due ambienti l’artista presenterà una grande tavola dove saranno esposti i lavori del suo ultimo ciclo creativo, realizzati con carte diversamente elaborate e cerate, una video installazione appositamente realizzata per il progetto, una installazione olfattiva e di materiali relati al tema portante del progetto e la grande opera Origami, in tessuti rielaborati. Il progetto si pone quale lirico e intenso appuntamento con la ricerca di un’artista che da sempre indaga il valore della relazione e della gestualità e concepisce l’opera come incontro tra le persone, in un processo di reiterata azione che mescola e sperimenta materiali tradizionali con elementi di riuso e quotidiani.

Testo critico di Ilaria Bignotti

Entriamo.
Il primo dei due lunghi ambienti percorribile di Bunkervik ospita una lunga mensa, dove opere su carta elaborata con interventi di piegatura e bruciatura, cerata e installata sul supporto, si offrono come tracce di una azione compiuta e reiterata: dalla preparazione al consumo del pane, le carte diventano metafora dei giorni e dei gesti che si ripetono uguali eppur diversi, nell’ossessiva e testarda chiamata della vita. Vien voglia di sedersi, sentire sotto le dita i fogli materici e corrosi che tuttavia resistono alla dimenticanza, grazie all’azione salvifica e alchemica dell’arte. Chiamati dall’aroma del pane in cottura, seguiamo il nostro senso olfattivo e proseguiamo il percorso: della mostra e dei nostri, personali ricordi, attivati dall’aroma che sempre più intenso ci chiama a sé e alla nostra memoria. Sul ricordo di una Madeleine, Proust scrisse un libro…
Svoltando, il secondo corridoio ci immerge nel gesto che precede e fa il pane: un video documenta l’azione dell’impastare, mani e braccia tese a reiterare i movimenti che piegano, mescolano, formano il pane. I rumori dei colpi delle dita sulla massa di acque, lievito e farine si ripetono e scandiscono in un ritmo incalzante l’azione quotidiana. In un percorso à rebour, lungo il secondo corridoio, sono disposti gli elementi che fanno il pane e le opere di Annamaria: ingredienti sapientemente dosati dalle mani dell’artista che danno vita al cibo e all’opera, a ciò che nutre e dà forma ai giorni.

Proseguiamo.
Al termine del tragitto, nella piccola alcova in cui si conclude il percorso di Bunkervik, troviamo un grande Origami, fatto di tessuti antichi, che l’artista ha salvato dai cassetti del dimenticatoio e pazientemente piegato fino a fissarne la forma resiliente. Ci puliamo lo sguardo. Saliamo le scale, usciamo all’aperto accompagnati da odori, rumori, immagini di un domestico lirico. Un grande pane, tondo, ci accoglie e saluta. Lievito Madre è l’arte che nutrendo la vita genera opere. Ai nostri occhi, al nostro viverle, il compito di impastarne il senso, e il destino.